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BTO 2011

BTO2011 si è chiusa da poche ore e mi corre l’obbligo di fare un paio di considerazioni. La prima, e più importante, riguarda le condizioni del nostro turismo online. Al di là delle spesso sbandierate crescite a due cifre, i valori assoluti dell’eTourism italiano mi paiono preoccupanti. PhocusWright ha mostrato bene come il mercato europeo si avvii a raggiungere quello USA, ma l’Italia resta su dimensioni veramente scarse. L’impressione è che il divario sembra allargarsi e i nostri operatori ne soffrono.

Certo, abbiamo problemi di infrastrutture, di banda larga, di frammentazione, ma a volte mi pare che il problema non sia quello. Quello della BTO è un pubblico privilegiato, attento e attivo (non sempre ma molto più di tanti altri). Però, nonostante migliaia di partecipanti abbiano seguito con attenzione e partecipazione i diversi interventi durante la kermesse fiorentina, vedo ancora poca “attività”. Vedo, e sento, ancora troppe reticenze, troppe indecisioni, ancora troppo cavillare su sottili quistioni legali: una volta sulle recensioni, una volta su chi è autorizzato o no a vendere prodotti turistici, e così via. Ancora troppe timidezze nel lanciare idee nuove, nel sostenere quelli che si mettono in gioco. Alcuni “illuminati” come H-Farm cercano di offrire un supporto. Splendida iniziativa. Ma le decine o anche centinaia di migliaia di euro per finanziare una start-up impallidiscono di fronte a notizie come quella dei 15 milioni di dollari raccolti da Gogobot (vedi qui). Come possiamo pensare di competere? Dove sono gli “imprenditori”? Qualche anno fa molti hanno sottovalutato quanto stava accadendo e il treno dell’intermediazione online è stato perso (vedi qui).

Ora lamentarsi serve a poco. Servirebbe agire. Molti sono interessati, ma stanno a guardare e aspettano che qualcuno dia loro la soluzione dei loro problemi. La richiesta di soluzioni pratiche, di “cassette degli attrezzi” sono sempre più frequenti. Giusto e naturale che sia così, ma questa sindrome dell’Artusi è pericolosa. Le ricette sono comode: non bisogna pensare, si seguono le istruzioni, e se qualcosa non va si sa a chi dar la colpa. E comunque, come il maestro diceva, seguire una ricetta pedestremente non serve: “La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.” e poi: “Il miglior maestro è la pratica sotto un esercente capace.” Internet oggi (ma anche prima) non è la cucina di casa. La storia dovrebbe averci insegnato che questo è un mondo di sperimentazione, di errori, di tentativi, di fallimenti e di successi. Esistono sì delle linee guida, delle metodologie di approccio. Ma guide sono, non ricette.

Se un messaggio arriva chiaro (ancora!) da BTO è che idee e strumenti ce ne sono a volontà. Possono dare molto, ma è difficile vincere se non si gioca. E come rispose Euclide a Tolomeo I “non esistono vie regie”. Le regole (non scritte) del gioco dicono che oggi bisogna innanzitutto cambiare radicalmente atteggiamento. Il problema, spesso, non è la tecnologia, ma piuttosto che modelli di comportamento vecchi non funzionano, anzi sono devastanti se usati con strumenti come quelli che oggi sono a disposizione. Come usare una cartolina postale di buona memoria per chiedere informazioni online.

Dicembre 2011


R. Baggio - Last update: Dec 2011

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